mercredi 25 décembre 2013

Traversée de Milan la nuit, Article du Corriere della Sera, 25 décembre 2013

Esplora il significato del termine:

LA RICERCA REALIZZATA DA STUDENTI DEL POLITECNICO E DELL’UNIVERSITÀ DI GRENOBLE

La notte di Milano? Critica in periferia
Strade poco illuminate, mezzi pubblici scarsi
Doppia velocità «Il centro vive, le zone decentrate non hanno fatto il salto di qualità. Quartieri dormitorio»


La Milano di notte è un’immagine color seppia, come quella delle vecchie foto dimenticate in un cassetto (GUARDA LA SCHEDA). È un puzzle incompleto, con cesure che sembrano insormontabili tra periferia e centro - due mondi che non comunicano -. È luogo di forti contrasti, che la gente avverte come poli positivi (Navigli) e negativi (periferie). La notte è una cartina di tornasole che permette di verificare come il patrimonio architettonico - chiese, palazzi, monumenti, parchi - non sia valorizzato. Ed è un test importante, quasi alle porte di Expo, sui mezzi pubblici, che a mezzanotte si trasformano in zucche, come nella fiaba di Cenerentola e costringono chi vive la notte, anche per necessità perché lavora, a ricorrere a mezzi privati.

Inchiesta su Milano di notte
             
VIAGGIO NELLA MILANO BY NIGHT - Questo, in sintesi, è il resoconto della prima traversata notturna, realizzata da 60 allievi del Master «Innovazione e Territorio» dell’Università Joseph Fourier di Grenoble e della Scuola di Design del Politecnico di Milano che ha permesso di scannerizzare una cinquantina di chilometri di città attraverso quattro diversi itinerari: dal Forum di Assago e dall’ospedale San Carlo a piazza Duomo, lungo la cerchia dei Bastioni, da Lambrate all’Isola passando sotto la Madonnina. Sessanta persone hanno camminato per otto ore, dalle 22 alle 6 del mattino, interrogando 400 persone incontrate nella notte e visitando 800 luoghi di Milano.

NUOVA TRAVERSATA A PRIMAVERA - Una seconda traversata seguirà tra la prossima primavera-estate, quando l’istantanea cambierà naturalmente i colori, per effetto naturale, e poi una terza, prima di Expo, come spiega Gianni Ravelli, docente del Politecnico, che con Luc Gwiazdzinski, direttore del Master all’università di Grenoble, ha realizzato il primo viaggio notturno milanese. Cominciamo dai lati positivi: la notte milanese è stata «accogliente» per i partecipanti che hanno ricevuto pochissimi rifiuti a parlare da parte dei milanesi, e parla francese grazie a una forte presenza di gruppi africani - Camerun, Burundi, Tunisia, Congo - e nei caffè e locali aperti fino a tardi e nelle residenze universitarie.

IL NEO DEI TRASPORTI PUBBLICI - In testa alle criticità, invece, ci sono i trasporti pubblici: la metropolitana chiude presto e chi viaggia teme le lunghe attese tra un mezzo e l’altro. Al secondo posto, c’è l’illuminazione. Quella stradale è pensata per le auto e non per i pedoni, amplifica l’effetto «città fantasma», è «disordinata, non gerarchica, in base all’importanza dei monumenti, e di vecchia concezione - al sodio -», scrivono gli autori del tour notturno, «così da rendere gli spazi estranei e non rassicuranti». E, poi, a fare da contrasto, ecco le luci sparate, violente e fredde nei nuovi quartieri delle torri-grattacielo.

DUE CITTA’: CENTRO E PERIFERIA - Del report di questo primo viaggio colpisce come i cittadini vedano non una ma due città, che non comunicano: centro e periferia. Due città con forti diseguaglianze, non solo per l’illuminazione, ma per i servizi, i negozi, i trasporti. Non c’è offerta di convivialità ma neppure una toilette senza pagare. Non c’è un luogo pubblico vivibile e vissuto. I «nuovi edifici del potere economico e commerciale sorgono isolati e arroganti, senza tenere conto del contesto», piccole imitazioni anche in periferia di Piazza Affari. Poche le informazioni sull’offerta notturna di esercizi aperti, orari, manifestazioni, «per una città che sembra più attenta a gestire la sua immagine per gli stranieri che per gli abitanti».

LUCI E PANCHINE - Città grigia di giorno, spenta o spettrale di notte, dove è la pubblicità con i suoi schermi immensi ad occupare ogni spazio. E, infine, curioso il capitolo graffiti. «I milanesi, tutti quelli interpellati, condannano le tag sui pali della luce, sulle porte delle case, che considerano graffiti da combattere, promuovono i murales», conclude Gianni Ravelli. E chiedono piccole cose, oltre alla luce: una panchina per sostare e musei che non chiudano troppo presto.

25 dicembre 2013

http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/13_dicembre_23/notte-milano-critica-periferia-strade-poco-illuminate-mezzi-pubblici-scarsi-1de63b96-6ba7-11e3-82ae-77df18859bd6.shtml

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